11 Agosto 2019
“Svapare” è come fumare e i divieti vanno estesi
Lo certifica l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo recente rapporto sul fumo
Da alcuni anni l’industria del tabacco sta spostando il suo mercato verso la sigaretta elettronica, reclamizzata come meno tossica e più socialmente accettabile, accompagnando l’azione di marketing con messaggi molto ingannevoli, ma la realtà è ben diversa. Lo certifica l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo recente rapporto sul fumo: “non ci sono dubbi che l’uso delle sigarette elettroniche sia pericoloso per la salute”. E non solo. Non è provato che svapare consenta di smettere di fumare più facilmente, nessuna solida prova scientifica sostiene oggi questo dato, l’unico modo per avere più possibilità di smettere è affidarsi a un centro antifumo. Anzi, molto spesso si fuma la sigaretta convenzionale nelle situazioni nelle quali è possibile farlo e si svapa quando ci si trova in luoghi dove esiste il divieto di fumo, si diventa insomma fumatori duali. E ancora: le sigarette elettroniche avvicinano pericolosamente i giovani al fumo di sigaretta, iniziandoli alla dipendenza da nicotina ancora più presto. Le ragioni su cui si basano le affermazioni dell’OMS poggiano su argomenti molto solidi: le sigarette elettroniche contengono quantità di sostanze tossiche in misura minore di quelle convenzionali ma questo non necessariamente si tradurrà in minore nocività per la salute, mancano studi a lungo termine sulla loro dannosità e, inoltre, includono additivi il cui effetto non è ancora noto.
Per tutte queste ragioni è molto importante che le limitazioni imposte nel nostro Paese dalla legge Sirchia siano estese al più presto anche alle sigarette elettroniche.