• CHI SIAMO
  • ATTIVITÀ
  • NEWS
  • CONTATTI
  • 24 Giugno 2017

    Santa Rita la lezione 9 anni dopo – Svolta e omissioni

    Sono passati 9 anni esatti da quando deflagrò con la forza devastante di una bomba atomica lo scandalo della Santa Rita, che si guadagnò subito l’assai poco lusinghiero nomignolo di clinica degli orrori. L’onda d’urto investì violentemente il mondo sanitario lombardo, interrogando le coscienze non solo di chi ne era stato a vario titolo coinvolto più o meno direttamente, ma anche di tutti noi.

    Com’era potuto avvenire tanto scempio senza che nessuno avesse sollevato un dubbio, denunciato qualcosa di irregolare, fatto una segnalazione? Tutto, infatti, partì dai riscontri di una banale indagine di routine dell’ASL su un eccesso di interventi chirurgici per tubercolosi (malattia normalmente curata con i farmaci ma che talvolta può essere scambiata per tumore) che erano stati effettuati nella chirurgia toracica diretta da Brega Massone. Poi vennero le intercettazioni e il prezioso lavoro della magistratura e degli inquirenti, ai quali mai finiremo di esprimere gratitudine per aver tolto il coperchio al marciume di questa bruttissima storia italiana.
    Un cortocircuito collettivo: solo così si può tentare di trovare una spiegazione agli orrori avvenuti proprio a Milano, in un ospedale in pieno centro cittadino, con uno dei Pronto Soccorso più importanti della metropoli. Qualcuno nella clinica vide e tacque, per paura o per quieto vivere, su un sistema delinquenziale senza scrupoli e senza umana pietà.

    Dopo questa vergognosa esperienza, vi è ora una maggiore attenzione ai controlli delle strutture sanitarie, anche se rimane impossibile verificare l’operato di tutti. La qualità delle prestazioni viene oggi verificata attraverso sistemi di monitoraggio a livello regionale e nazionale. Dopo tanti anni si rivela corretta la scelta, allora non semplice, di non chiudere definitivamente la Santa Rita ma averne permesso un rinnovamento radicale, garantendo così posti di lavoro e servizi ai cittadini in un’area della città che altrimenti sarebbe rimasta sguarnita.
    Ma restano pure le inerzie di alcuni Ordini professionali, nulla infatti è stato fatto dall’Ordine dei Medici di Pavia, al quale è iscritto Brega Massone: nessuna radiazione è in calendario. Se la recente sentenza della suprema corte che ne annulla l’ergastolo per omicidio doloso e volontario senza assolverlo dagli altri reati permetterà riduzioni di pena, un domani questo delinquente, che ha infangato la professione medica, in teoria potrebbe addirittura tornare a esercitare.

    [Editoriale Corriere della Sera edizione Milano - Sabato 24 Giugno 2017]