I tagli, comunque si giri la frittata, avranno un impatto significativo sulle sanità regionali, in un momento che è già molto delicato. La compartecipazione alla spesa, attraverso ticket e aumento della spesa per prestazioni effettuate privatamente, è diventata tutt'altro che trascurabile. Pagare le tasse per avere i servizi va bene, ma pagare sia le tasse che i servizi diventa troppo. Aumentare ticket o altre forme di contribuzione sarebbe fortemente impopolare e difficile. Zingaretti viene da una serie di risultati positivi in campo sanitario e questa tegola scompagina non poco il fragile equilibrio raggiunto e le pianificazioni future.
Resta molto però da razionalizzare, molto su cui poter risparmiare e tagliare. Era il 2007 quando l'Umberto I aveva 1300 posti letto, 1500 medici, 325 primari, 4500 amministrativi: più medici che posti letto, più primari di quante specialità la medicina conosca, oltre 3 funzionari amministrativi per ogni posto letto. Ora molti accorpamenti e riorganizzazioni sono stati fatti negli ospedali laziali, ma resta ancora molto spazio sia per migliorare la qualità delle cure che per ottimizzare le risorse e spendere meno.
I dati appena pubblicati dell'annuale report del Programma Nazionale Esiti, elaborato dall'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), sono molto interessanti e rappresentano una fotografia abbastanza fedele della nostra sanità. Il Lazio ne esce bene, i passi avanti fatti in questi anni in termini di risultati, appropriatezza dei ricoveri, indici di performance, sono molto migliorati; tuttavia, se si guarda alle regioni migliori, resta ancora un divario importante da colmare.
Per questo chi governa dovrà decidere, una volta chiarite le ricadute regionali della manovra finanziaria, cosa fare, se intervenire sugli aspetti organizzativi, con qualche mal di pancia della burocrazia e del personale sanitario, o sui servizi ai cittadini. Anche sulla spesa farmaceutica si può fare molto, le inchieste di questi giorni del Corriere di Luigi Ripamonti lo raccontano chiaramente, basta volerlo e risparmiare si può. D'altra parte, come ha ricordato Sergio Rizzo, Zingaretti ha recentemente spiegato in un documento di essere riuscito a ridurre di 181 milioni la bolletta sanitaria solo razionalizzando acquisti e spesa sanitaria, e molto altro ancora si può fare.
I tagli sono un problema ma non una tragedia, migliorare e risparmiare si può, anche se la strada è sempre più stretta e in salita, ma può anche essere l'occasione per forzare un inevitabile rinnovamento.
Sergio Harari
[Fonte Corriere della Sera]