L'annuale report del Programma Nazionale Esiti, elaborato dall'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) negli anni, è andato sviluppandosi fino a rappresentare oggi una fotografia importante della nostra sanità e del servizio offerto ai cittadini. Quello che è evidente nel documento di quest'anno, recentemente diffuso, è l'uniformità dei miglioramenti dei diversi indicatori, per quasi tutte le regioni e per quasi tutte le patologie considerate. Migliora anche l'appropriatezza dei ricoveri, si ospedalizzano i casi più gravi che non possono essere trattati sul territorio. I dati parlano chiaramente e colpisce che i risultati abbiano un trend così uniforme e univoco, talvolta anche in un arco temporale ridotto, di 2-3 anni, a conferma che, malgrado le scarsità di risorse e le mille difficoltà, la sanità italiana non solo è di alto livello ma è anche in grado di migliorare ancora le proprie performance. E' solo di pochi giorni fa la notizia che l'agenzia americana Bloomberg nella sua classifica annuale posiziona il sistema sanitario italiano al terzo posto mondiale per efficienza, dopo Singapore e Hong Kong (peraltro realtà non proprio confrontabili), e al primo posto europeo, staccando nettamente la Francia che rappresenta da sempre un punto di riferimento mondiale per la sanità: cerchiamo allora di essere all'altezza di questo risultato.
Tutte le classifiche in sanità vanno prese con grande attenzione, basti pensare a un indicatore come la mortalità per un intervento chirurgico che può essere più bassa in un dato centro perché si è più bravi e organizzati ma anche, semplicemente, perché si operano i casi meno complessi e difficili. Queste classifiche servono però a dare trasparenza ai dati e Corriere è stato tra i primi a percorrere questa strada con il sito di Sportello Cancro che offre una finestra, ricca di molte utili informazioni, sulle attività di tutte le strutture oncologiche italiane.
Nei dati di Agenas, che si riferiscono al 2013, spiccano anche le grandi diversità tra struttura e struttura, talvolta davvero difficilmente comprensibili, e l'enormità del divario tra Nord e Sud, sebbene un po' minore rispetto a solo qualche anno fa. La nostra Regione ottiene buoni risultati, e fa sempre parte del gruppo di testa, anche se non sempre lo guida. I margini di miglioramento sono limitati ma forse anche perché si parte già dagli alti livelli degli anni scorsi.
In altri Paesi, come ad esempio in America, questo tipo di valutazioni sono state usate come classifiche di merito con risultati disastrosi, speriamo non accada anche qui.
Sergio Harari
[Fonte Corriere della Sera]