Aprire gli ambulatori di medicina generale ai cittadini il sabato e la domenica senza che, per ogni banale mal di pancia, si debbano affollare i pronti soccorso e affrontare disagi a non finire, è un'ottima idea che viene dal Lazio, una regione che in passato non ha certo brillato in campo sanitario, ma che sta portando avanti alcune interessanti innovazioni organizzative. I medici di medicina generale si daranno i turni in 15 ambulatori sparsi sul territorio per coprire i fine settimana e garantire così maggiore assistenza. Sempre dal Lazio viene l'idea di eliminare la prescrizione scritta dei farmaci: il medico rilascerà solo una nota con dati anagrafici e codice fiscale del paziente, basterà poi la lettura della tessera sanitaria in farmacia per avere i farmaci prescritti, una banalità che potrebbe però semplificare le cose alle persone più fragili. La sperimentazione partirà a breve in alcune ASL laziali e ne vedremo i risultati prima della fine dell'anno. Altra novità: quando i medici prescriveranno degli esami per il SSN ne preciseranno l'urgenza, ad esempio se da fare entro 3 giorni, entro 10 giorni, entro un mese, entro due mesi. Si eviterà così che per una mammografia di controllo si aspetti tanto quanto per un sospetto tumore, e che chi ha un banale malanno affronti la medesima lista di attesa di chi ha invece un serio problema di salute. Infine il percorso di cura e diagnostico del paziente cronico viene affidato al medico di medicina generale che si farà anche carico di prenotare tutti gli accertamenti necessari, sollevando i pazienti dall'odierno, estenuante fai da te, e consegnandogli un preciso percorso con date e appuntamenti programmati.
Continuità assistenziale, miglioramento delle tempistiche, facilità di accesso alle strutture: sono poche cose chiare che sembrano andare nella giusta direzione. Da questa piccola rivoluzione laziale si potrebbe trarre qualche spunto di interesse anche per la nostra regione. Dovremo attendere l'impatto organizzativo e i risultati delle sperimentazioni laziali per una valutazione più approfondita, alcuni aspetti sembrano di difficile realizzazione come il delegare tutto al medico di medicina generale, oggi già sovraccarico di burocrazia e costantemente alle prese con sistemi informatici che si inceppano ogni due per tre, ma le idee nel loro insieme sono interessanti e non richiedono risorse straordinarie per la loro realizzazione.
Intanto la Lombardia come le altre regioni italiane è alle prese con i nuovi tagli di bilancio che rischiano di mettere in crisi la pianificazione sanitaria di un sistema che, in attesa delle novità preannunciate dal libro bianco, sembra cristallizzata in un pericoloso e ormai prolungato immobilismo.
Sergio Harari
[Fonte Corriere della Sera]