La complicità, le difficoltà, la complessità del rapporto medico paziente possono essere sparati in rete senza troppe remore? Tutto può essere pubblicamente condiviso, senza che alteri le dinamiche di rapporti che risalgono ai tempi di Ippocrate e senza nessuna attenzione per la privacy, del paziente ma anche del medico? C’è da chiederselo alla luce della recente nota di Regione Lombardia che chiede, correttamente, a chi vuole registrare video in ospedale e diffonderli, di acquisire prima il consenso dei sanitari coinvolti. Ma, in questi giorni, ha anche fatto molto discutere la messa in onda di un’importante trasmissione televisiva dedicata all’angioplastica del premier Gentiloni, con tanto di dettagli tecnici e di discussione sulla prognosi del paziente commentati da medici e non. Allora nell’epoca della comunicazione a tutto campo non esiste più la privacy? Prevale sempre e comunque il diritto di cronaca?