Forse è un po' colpa di tutti noi se lo smog è scomparso, sparito dai dibattiti pubblici, dimenticato dai giornali, sotterrato dalla crisi. Così dei problemi dell'inquinamento se ne parla sempre meno, eppure, come un convitato di pietra, è qui tra noi, non ci ha mai lasciato. Circondato da una impalpabile indifferenza è solo meno visibile alle nostre coscienze. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno oltre 3 milioni di persone muoiono in tutto il mondo a causa dell'aria che respirano, 233 mila muoiono per tumori polmonari da smog: questi sono i dati nudi e crudi.
A Milano la situazione è migliorata nell'ultimo anno, lo sforamento dei 35 giorni con Pm10 superiore ai valori soglia consentiti dalla Ue (e molto contestati dalla OMS che li ritiene non abbastanza cautelativi della salute pubblica) è avvenuto molto più in là rispetto agli altri anni, il 9 Ottobre. La diminuzione del parco macchine cittadino (38 mila veicoli in meno circolanti in città negli ultimi 10 anni e meno di un quarto immatricolati rispetto al 2004), insieme a car sharing, bike sharing, area C, miglioramento di riscaldamenti e caldaie, qualcosa hanno fatto. Ma, soprattutto, quest'anno molto hanno fatto le abbondanti piogge. Meteo e provvedimenti locali non possono però bastare a risolvere i cronici problemi dell'aria della Lombardia.
Dimenticarcene è stata la nostra colpa, una rimozione forse inconscia, rispetto alle tante emergenze che quotidianamente assediano le nostre vite in questi tempi di crisi e di cambiamenti radicali. Ma le dimenticanze si pagano, così il calo di attenzione è diventato una opportunità per la vecchia politica per far passare sotto silenzio lo stralcio, o per l'esattezza la sospensione, del blocco dei diesel Euro 3 che era già prevista per l'Ottobre 2016, come ha raccontato ieri su queste pagine Andrea Senesi. Alla faccia del Piano aria regionale e dei nostri bronchi. E se la Ue protesterà, sanzionerà, si agiterà, poco male, in qualche modo si troverà una soluzione, come è sempre stato. Oltre mezzo milione di tubi di scappamento circoleranno in Lombardia anche nel 2016 (più di centomila solo a Milano) appestando l'aria, grazie alla lungimiranza del dietrofront regionale: provate a immaginare quanti sarebbero in coda uno dietro l'altro!
La verità è che alla politica italiana di certi problemi, come quello dell'aria, non è mai importato molto, prova ne sia l'assenza dei temi “verdi” dall'agenda politica di qualsiasi partito. Resta solo ai cittadini scegliere tra l'oblio o la coscienza civile.
Sergio Harari
[Fonte Corriere della Sera]