L'arma "segreta" dei bravi medici è l'empatia.
E la prova arriva da una ricerca scientifica: i camici bianchi possono davvero sentire il dolore dei loro pazienti, e lo stesso accade per il sollievo offerto da una terapia efficace.
A dimostrarlo, per la prima volta, un team di studiosi americani, che ha sottoposto a scanner cerebrale un gruppo di 18 medici.
Lo studio aiuterà a far luce su un terreno ancora in gran parte inesplorato: il rapporto medico-paziente. «I nostri risultati hanno dimostrato che le stesse regioni cerebrali attivate quando i pazienti ricevono un placebo (convinti di prendere un farmaco) si "accendono" nel cervello dei medici quando questi somministrano delle terapie che pensano efficaci; i risultati hanno dimostrato che i medici che hanno avuto una maggiore capacità di entrare in empatia con i sentimenti dei loro pazienti, sperimentano anche la maggiore soddisfazione durante il trattamento, come si evince dai dati degli esami cerebrali».
Ted Kaptchuk, dell'Harvard Medical School, spiega che la ricerca individua nel rapporto medico-paziente un componente prezioso dell'assistenza sanitaria, insieme ai farmaci e alle procedure mediche.