Rischia di ‘far impazzire il mondo' l'ultima edizione del manuale diagnostico (The Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – DSM) criticata da mesi da molti psichiatri perché contiene criteri diagnostici spesso discutibili che potrebbero moltiplicare i pazienti psichiatrici e disseminare nuove malattie.
“Uno dei cambiamenti peggiori – spiega lo psichiatra Paolo Migone dell'Università di Parma – consiste nell'abbassamento delle soglie per la diagnosi (ridotto il numero di sintomi sufficienti a dire che una persona è malata), col risultato che si creeranno molti falsi positivi con conseguente aumento di consumo di farmaci, che peraltro aumenteranno i costi per il Servizio sanitario nazionale e i cittadini”.
Ma c'è anche chi non la pensa così: “Vi è stata enfasi eccessiva sui cambiamenti del DSM-5 - sostiene Carmine Parlante, psichiatra del King's College di Londra -. Per esempio l'idea che vi sono più disturbi non è corretta: ve ne sono alcuni che in precedenti edizioni erano ancora indicati come necessitanti maggiore ricerca e che invece nel Dsm-5 sono riconosciuti pienamente”.