Ce lo chiediamo sottovoce un po' tutti: ma Ebola non sarà l'ennesimo bufala? Non sarà un altro allarme un po' gonfiato da giornali e televisioni, dopo la suina, l'aviaria e tanti altri episodi ormai archiviati senza troppi problemi?
Alcune notizie le dimentichiamo perché, presi dal nostro egoismo, scordiamo che hanno raccontato di morti lontane dai nostri cuori solo perché lontane dalle nostre latitudini. Ebola al momento non fa eccezione, mentre noi ci rassicuriamo sul pericolo che forse scamperemo anche in questa occasione, nostri simili muoiono come foglie in quel continente lontano che è l'Africa: 1000 morti non sono pochi. Esiste un pericolo concreto che Ebola arrivi anche alle nostre porte, in Europa e in America? Il Center for Disease Control di Atlanta e gli esperti dell'OMS ritengono che il rischio ci sia ma sia molto contenuto e soprattutto che se qualche caso dovesse essere importato (la via più probabile sarebbe quella di qualche viaggiatore proveniente in aereo dai paesi oggi sede delle epidemie) sarebbe immediatamente circoscritto e limitato dalle misure di igiene pubblica e prevenzione dei contagi. Ciò non toglie che non possiamo smettere di trattenere il fiato, non solo per umana solidarietà con chi resta confinato in quello che può diventare un inferno virale ma perché, finché non si saranno eliminati di tutti i focolai epidemici di Ebola, un potenziale pericolo sussisterà sempre per tutti noi.
E quando Ebola sarà finalmente debellato, arriverà un nuovo tormentone virale a affliggerci? Molto probabilmente sì, ieri come oggi le malattie infettive restano una delle principali cause di morte nel mondo, favorite dalla povertà, dalla scarsità di igiene e più recentemente dalla globalizzazione. Per questo è indispensabile una azione internazionale di ampio respiro congiunta e di lunga durata, e non solo a spot in occasione delle emergenze contingenti, che affronti alle radici i problemi, quando possibile con le campagne vaccinali (il recente esempio della ripresa di focolai di poliomielite è esemplificativo) e con tutte le azioni di igiene pubblica e gli interventi socio-sanitari necessari.
Sergio Harari